Restare vivi

Quello che state per compiere è un viaggio che non si può dimenticare. Una traversata pericolosa, spesso a piedi scalzi, nell’intricata terra colombiana. Movimenti di emancipazione e resistenza, conflitti armati, narcotraffico, disparità sociali: con coraggio e delicatezza, Valentina Barile ci guida all’interno di riserve indigene e comunità femminili dove la forza collettiva coincide con la speranza, e ci trasmette – per farla nostra – la forza di chi sogna sempre di tornare a vivere, nonostante i tempi e le circostanze. Questa è la storia di Rhinna, mamá Carmen, Harold, Doña María, Mario Paciolla e molte altre e altri. È una storia di desaparecidos, di madri che hanno perso figli, di figli che hanno perso il futuro. Di droga e camicie militari. Di foreste abbattute e di corpi infranti. Eppure, è una grande storia di speranza.

Restare vivi è infatti un invito alla lotta, alla resistenza. È un piccolo dizionario di vita per chi, ogni giorno, sceglie di combattere contro ogni forma di ingiustizia o è costretto a lottare per i propri diritti: per uscire di casa senza doversi guardare alle spalle, o senza dover indossare un velo; per affrontare deserti e torture pur di prendere quella barca che li metterà (forse) in salvo; per restare nelle proprie terre anche se oramai rese infertili dal neocolonialismo; per scappare dai cambiamenti climatici o per sottrarsi a un matrimonio combinato a soli dodici anni o, ancora, per affermare la propria identità.

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